L’ora della discordia

Io insegno religione cattolica nelle scuole statali italiane. Io sono la zeppa nell’ingranaggio, sono il bambino che dice che il re è nudo. L’ingranaggio della scuola italiana è inceppato a livello generale, da molto tempo, ma le polemiche avvampano ciclicamente su quei miei 60 minuti settimanali. Un po’ come la mamma che nelle famiglie è il “parafulmine” su cui un po’ tutti si sfogano, così è l’ora di religione. In questi giorni ci si è messo anche il ministro Profumo che ha affermato la necessità di “rivedere” l’ora di religione che così com’è non avrebbe più senso. In effetti non ha molto senso.. ma non per le ragioni del ministro (l’arrivo degli extra-comunitari.. ma che c’entra?); secondo me il nodo da sciogliere (che doveva essere sciolto sin dall’inizio) è il seguente: l’ora di religione non è un’ora di catechismo, prescinde dalla fede personale degli studenti, ma come tutte le altre discipline scolastiche, è un momento di approfondimento culturale (il che ovviamente si riflette anche sulla dimensione morale e spirituale dello studente). Se dunque è “scuola” e non “catechismo”, perchè questa è l’unica ora facoltativa tra tutte le discipline scolastiche? Non può essere per il motivo che i docenti sono selezionati e formati nelle facoltà pontificie (non ce ne sono altre che insegnano teologia), i professori di matematica si sono formati nelle facoltà matematiche ma personalmente questo fatto non mi suscita alcun “sospetto”, anche se a vederli all’opera i colleghi matematici a volte mi cresce l’inquietudine. E allora perchè l’ora di religione è facoltativa?

3 commenti a “L’ora della discordia

  1. il che non è possibile (visto che è obbligatoria), invece è vero il contrario, se altre materie diventassero facoltative allora sì che si svuoterebbero! pensa la matematica al classico..Invece 9 studenti su 10 continuano a fare religione nonostante la facoltatività, ci sarà un motivo? (forse perchè è la mejo lezione che c’è?).

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