Giovedì è un po’ più dura, classi un po’ più ostiche. Oggi in IIA si è parlato di libertà, si finisce sempre a parlare di libertà, è deposito in cui vanno a parcheggiarsi tutti i discorsi. Un ragazzo ha espresso, al secondo minuto di gioco, un giudizio negativo ma soprattutto del tutto “a buffo” su un’opera d’arte (di cui non si stava parlando), io gli ho fatto notare che nessuno gli aveva chiesto il suo parere, ma una studentessa mi ha rimproverato per aver represso il suo diritto ad esprimere liberamente il suo pensiero. Ho colto l’occasione per parlare del malinteso senso della libertà che può essere visto anche come causa della crisi (quella economica/finanziaria) che da 5 anni investe il mondo occidentale (anche alla luce del saggio di Mauro Magatti “La libertà contratta”). La libertà è fare quello che voglio, che mi pare e piace, basta che non dò fastidio agli altri, che rispetto la libertà degli altri.. perchè la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri. Questo è il mantra che da 12 anni, da quando insegno, sento recitare da tutti i miei alunni. E’ difficile scalfire la sicurezza granitica con cui lo recitano a memoria. Come fare a insinuare qualche dubbio, qualche domanda, come fare ad allargare la visuale così stretta, asfittica, individualistica? Provo a parlare della solitudine che soffia in queste parole così assolute, ab-solute.. l’uomo “sciolto-da”, ab-solutus, senza legami, che vive come una monade accanto agli altri visti con ostilità e sospetto. Dovrò tornarci sopra… la campanella suona sempre sul più bello.
Poi in IIB si è parlato di relazioni ai tempi della rete. I ragazzi, proprio loro che sono “nativi digitali”, sono spesso più vecchi di molti adulti. A sentirli parlare la rete è diabolica, Internet è un luogo freddo e pericoloso, facebook una trappola e la tecnologia il Male assoluto. Quando dogmatismo, quanto spiritualismo, ancora una volta quanta astrazione e sentimentalismo! Difficile remare contro questa massa di luoghi comuni. Farlo in 60 minuti praticamente impossibile.
Infine in IIE si parla di amore. Si parte dalla frase di Ilaria (postata su facebook) per cui “non ci innamora mai di una persona, ma dell’idea di quella persona”. Terribile no? I ragazzi sono spietati tra di loro. Ho chiesto se ci si può innamorare di un’idea. Alcuni hanno detto subito “no”! altri hanno detto: “ci si può illudere di amare”. A questo punto ho parlato della delusione come inizio (e non come fine) dell’amore e dell’amicizia. Solo attraverso la delusione (cioè l’emergere della verità) può nascere una vera amicizia, un vero amore (cioè basato sulla verità, conditio sine qua non). Non li ho delusi troppo.. sembravano seguirmi consapevolmente. O simulavano bene. Anche qui la campanella troppo presto.. si parlava dei rischi dell’amore (la strumentalizzazione, l’illusione..), tutto rimandato alla prossima settimana!