Tempo fa scrissi una breve riflessione sul fatto che Berlusconi e Di Pietro lottandosi strenuamente per anni, non si erano però mai visti insieme nello stesso luogo e suggerivo il fatto che fossero i due volti, tra l’altro fisicamente sempre più simili nel procedere del tempo, della stessa entità. Poi Di Pietro evaporò così come si era materializzato, sull’ondata del moralismo, e rimase solo Berlusconi che ancora si aggira come uno spettro nella scena politica (dominandola) e sul quale vale la felice intuizione di Guido Vitiello: “non temo il Berlusconi in sè, temo il Berlusconi in me”.
Ora si sta creando una nuova inquietante entità, quella tra Berlusconi e Di Maio. Fateci caso ma l’argomento principale di Di Maio, il suo mantra è “mai con Berlusconi”, anzi “con tutti ma non con Berlusconi”, e infatti i due non sono mai stati visti insieme, perchè? Secondo me è un deja vu, è la storia già vista con Di Pietro. Entrambi, Di Pietro e Di Maio, sono figli di Berlusconi e da “buoni” figli desiderano la morte del padre. Anche Di Maio si è materializzato sull’ondata del moralismo, è nato grazie a programmi berlusconiani doc come Striscia la notizie o Le iene, e non può quindi accettare di trovarsi nello stesso luogo con l’ingombrante ombra paterna, essendo il suo ritratto, anzi è Berlusconi ormai (anche fiisicamente) il ritratto di Giggino che si sta decomponendo al suo posto come nel racconto di Oscar Wilde, per questo il buon Giggino lo vuole collocare in soffitta, lontano dalla vista. I doppioni fanno sempre impressione e confusione, come nei romanzi di vampiri quando c’è uno specchio: il vampiro scompare, non si vede più. Dracula-Di Maio rischia di scomparire se si trova davanti al suo implacabile specchio. E infatti anche dopo che Di Maio ha vinto l’elezioni del 4 marzo, a dominare la scena è sempre lui, Silvio il padre terribile, almeno finchè il parricidio non sarà consumato. O finchè come è apparso anche Di Maio svanirà, sull’ondata della nuova furia moralista che lui stesso ha contribuito ad accrescere e sostenere (ma il copyright è sempre ad Arcore).