Riflessione della settimana 29 ottobre/4 novembre

Settimana dominata dalla questione delle 6 ore lavorative settimanali in più proposte dal governo Monti, e poi rimangiate. La scuola in subbuglio, i prof sul piede di guerra. La cosa triste è stata aver coinvolto i ragazzi. Puzza di strumentalizzazione molto intensa. Ma ne ho già parlato nel precedente post di stamattina sul nuovo/vecchio autunno caldo della scuola. Cambiamo quindi discorso. Lo faccio con un aneddoto/leggenda riferito a san Gerolamo che dice così: “Un giorno il Signore apparve a San Girolamo e gli disse: “Girolamo, vorrei la cosa a cui tieni di più”. Allora Girolamo rispose: “Signore, ti darò tutti i miei scritti”. Ma il Signore rispose: “Non mi basta”. “Ti darò la mia vita di sacrifici e mortificazioni”, replicò, ma ancora una volta il Signore rispose: “Non mi basta, Girolamo”. “Cos’altro mi rimane da darti, Signore?”, si spazientì Girolamo. “Allora il Signore gli disse: “Girolamo, dammi i tuoi peccati!”

L’ho trovato in un libretto di Mons.Fulton Sheen (“Le ultime sette parole“, San Paolo) e mi ha colpito. Noi teniamo ai nostri peccati. Non ce ne distacchiamo, un po’ come Linus dalla sua coperta. Ci siamo abituati, ci siamo affezionati, ci sentiamo protetti, confortati dai nostri peccati. Terribile, no? Eppure (e devo a Papa Benedetto questa riflessione) il peccato porta nella vita dell’uomo solo noia, grigiore, squallore, freddo.. mentre la gioia è portata dall’irruzione nella nostra vita di un Altro, uno che ci salva. La gioia.. L’adesione al Vangelo si gioca sul binomio noia/gioia piuttosto che su vero/falso o giusto/sbagliato, mi sa. Il tema della gioia in fondo era il fuoco coperto dalla cenere che covava sotto le righe dell’articolo che ho scritto sulla scuola, spero che qualcuno lo comprenderà, perchè se l’educazione non conduce alla gioia che educazione è?  Ma può condurvi soltanto se nasce dalla gioia.

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