Ultime giornate di scuola positivamente condizionate dalla lettura di Sunset Limited di Cormac McCarthy. Da una battuta del personaggio del Nero è scaturita una riflessione sul tema “ma come sono visti i credenti da parte di chi non crede?”. Da qui la distinzione tra “credente” e “credente non praticante” (e la mia battuta: anche il diavolo è un credente non praticante). E quindi: i credenti praticanti (che sono, almeno in Italia, moolti di meno dei credenti semplicemente battezzati) come sono percepiti da chi non crede? Come dei matti un po’ fanatici? Degli scemi ancora in balia di antiche superstizioni con le loro processioni e il loro riti iniziatici e sciamanici? La discussione (per fortuna) non si è solo mantenuta sui massimi sistemi (fede e ragione) ma è scesa molto nel concreto della vita reale, quotidiana. Mi ha spinto a riflettere sulla mia vita di fede, il che non è poco per una “professione” (e infatti la fede si “professa”).