Domenica non festiva

Ho telefonato l’altro giorno al laboratorio medico Bios, uno dei più qualificati e frequentati di Roma per prenotare un’ecografia epatica (fegato gonfio e pieno di calcoli). Mi ha risposto la voce suadente anche se un po’ metallica della segreteria telefonica che mi avvisava degli orari del laboratorio e tra l’alto diceva che: “Bios è aperto anche tutte le domeniche tranne che ad agosto e alle domeniche che coincidono con le festività”. Ho cercato di capire cosa volesse dire, chiedendomi: “ma la domenica non è già una festività?”. Evidentemente no. Ho quindi percepito in modo tangibile il senso della secolarizzazione della nostra società. Uno dei segni evidenti del processo di laicizzazione è la perdita del senso della festa. Diversi anni fa un sondaggio poneva un bizzarro interrogativo ai giovani: “quale è il comandamento che ha perso più valore oggi?” e, con mio grande sgomento il risultato del sondaggio fu il terzo comandamento, “ricordati di santificare le feste”. Terribile, no? Mi viene in mente il finale di “Otto e mezzo” in cui Mastroianni confida a se stesso, alla moglie, al mondo che “la vita è una festa, viviamola insieme”. Ho nostalgia di Fellini.

4 commenti a “Domenica non festiva

  1. Premettendo comunque che la Domenica è una festa cristiana, e con questo non voglio assolutamente dare un peso alla sentenza che ‘L’Italia è un paese laico, quindi è giusto che non lo sia’, perché è evidente che, a parte le formule e le leggi, l’Italia abbia un retaggio culturale palesemente cristiano, il problema sta proprio in questo. Nel fatto che comunque è stato indispensabile e necessario per la società allontanarsi progressivamente dalla religione. La cosa buffa o drammatica che dir si voglia è che non solo l’esperienza della separazione è stata poco traumatica nelle generazioni a venire, ma ha trasformato completamente anche i bisogni e la vita di quelli che oggi chiameremmo Cristiani, ma che Cristiani secondo me non sono proprio, se non nel nome e nelle formule, nelle leggi, come prima citavo la laicità dello Stato Italiano. Il benessere progressivo e la crescita dell’entità statale ha trasformato tutti i cristiani in pseudo-protestanti, dove con pseudo-protestanti intendo persone che coltivano la fede in maniera personale e riservata, e non in comunità, e specialmente non in una comunità chiamata Chiesa. Le feste non si santificano non perché non esista il culto della religione, ma perché non esiste proprio più il culto dello stare insieme. E’ terribile da dire, perché in realtà rispetto a Fellini non è cambiato niente. La vita è sempre una festa, solo che non la viviamo insieme.

  2. grazie andrea per questo che è il primo commento al blog!
    d’accordo sul cripto-protestantesimo di molti cattolici, purtroppo. Molta identità, individualismo e poca appartenenza. Credo Dio, Gesù ma non la chiesa! Ri-parliamone..

  3. Una grande lezione sulla secolarizzazione l’ho avuto da Max Weber, grazie anche al libro di Giacomo Marramao “POtere e secolarizzazione”.
    Per quanto mi riguarda non potevi non battezzare il tuo blog con Fellini, di cui condivido la tua nostalgia.

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