Diario olandese

Appena esci dalla stazione centrale di Amsterdam non puoi evitare di vedere il grande Hotel Victoria che si staglia proprio di fronte e, se ti soffermi qualche secondo, potrai notare che all’interno della grande facciata è racchiuso un palazzetto di tre piani che si distingue per lo stile e la tonalità cromatica, come una strana macchia dentro tutto il bianco dell’imponente e trionfante albergo di fine ‘800. La guida turistica mi rivela che quando l’albergo fu costruito c’erano sette precedenti abitazioni che furono acquistate e demolite per far spazio alla nuova costruzione, tutte meno una: il proprietario non cedette alle offerte e così l’albergo ci fu lo stesso ma tutto intorno perchè i costruttori decisero di inglobare quel vecchio palazzetto dentro la nuova grande impresa. Continua a leggere

Un anno di più

[UNVERIFIED CONTENT] Klungkung, Bali, June 2013 - Kids playing water and having fun during their school holidays at the Tukad Unda Dam located in Klungkung; the smallest regency of Bali, Indonesia. Tukad means river in the Indonesian language and the locals frequent the dam often to bathe and wash their clothes.

Se non hai dato tutto, non hai dato ancor..” (V.Capossela)
Ho visto un posto che mi piace, si chiama mondo” (C.Cremonini)

La mia filosofia di vita, strana espressione, è riconducibile ad un testo che ho scoperto da pochi anni, che è poi una filastrocca di Gilbert Keith Chesterton che suona così:

Ecco, si chiude un altro giorno
nel quale ho avuto
occhi, orecchie, mani
e il gran mondo attorno a me;
e domani ne inizia un altro.
Perché me ne sono concessi due?

Si può dire quindi una filosofia della grandezza e della gratitudine. La logica interna a questa filosofia non è quella del merito, ma del dono. C’è un sovrappiù, un eccesso di dono ricevuto, nella vita, che la rende avventurosa, lieta, drammatica, affascinante, avvincente e commovente. Questa “eccessività” della vita, chiede e richiede una eccessività anche da parte dei viventi; reclama una partecipazione, una corrispondenza, una risposta per quanto sempre inadeguata. Continua a leggere

Paternità

Papa ombrelli2

Con molto timore mi permetto di accostare due fotografie che per “quantità” e “qualità” degli elementi contenuti non dovrebbero essere messe una vicina all’altra, ma ritengo che sotto il nome di “paternità”, questo link possa avere un briciolo di legittimità.
La prima riguarda il Santo Padre, Francesco, durante una recente udienza pubblica del mercoledì, sotto la pioggia.

La seconda, molto più modestamente, riguarda il sottoscritto mentre cercavo di galvanizzare la “compagnia dei 21 uomini” (altrettanti miei studenti impegnati in uno spettacolo teatrale da me proposto loro: la messa in scena di Sunset Limited di C.McCarthy), pochi minuti prima dell’inizio dello spettacolo realizzato qualche giorno fa al Teatro Lo Spazio di Roma. Perdonate ancora l’audace accostamento.

io e compagnia 21

 

 

 

Umorismo cercasi urgentemente

toto peppino 3Dopo l’intervento di ieri di Maurizio Crozza a San Remo, invitato dal sempre mesto e sleale Fazio, mi è venuta malinconia e anche alla memoria di un mio vecchio articolo che pubblicai su Avvenire nel settembre del 2009, ve lo ripropongo perchè in quattro anni le cose non sono migliorate, anzi direi che anche il buon genio di Guzzanti si è andato via via spegnendo… buona lettura a tutti!

Se i comici non fanno più ridere…

Forse l’Italia resisterà meglio di altri paesi alla crisi finanziaria, ma c’è un segnale che mi induce ad essere molto pessimista sul destino del nostro paese: in Italia non si ride più. Si ride ancora, ma è il ghigno cattivo e cinico o il riso di scherno che hanno preso il posto di quella risata del cuore, che è libera e liberatoria e che spingeva Thomas Carlyle a dire che “chiunque abbia riso di cuore anche una sola volta nella vita, non sarà mai irrimediabilmente cattivo”. Per ridere ci vuole un comico che sappia dire una battuta di spirito che, come scrive Chesterton nella prefazione al Circolo Pickwick, libro ricco di umorismo, “è una cosa assoluta, sacra, che non si può criticare. I nostri rapporti con una buona battuta di spirito sono immediati e addirittura divini”. Continua a leggere

Ricominciare

fo_gallery_4a3c05722bf2a_COR2927Due gennaio 2013, si riparte. Questo blog è nato il 7 settembre scorso, in 3 mesi ho pubblicato 71 articoli, speravo qualcosa in più, devo riprendere le misure. In particolare speravo di scrivere con più assiduità il mio diario scolastico, mi son dovuto rendere conto che la scuola, per me, è un po’ come la vita per Pirandello, o la si vive o la si scrive. A me non piace questa frase e il mio impegno, per il 2013, sarà smentirla. Scuola, politica, cinema, letteratura.. ci sarebbe molto da dire su questo periodo intenso di fine anno e ripartenza. Ne scriverò nelle relative categorie di questo blog. Per ora godiamoci l’ebbrezza della ripartenza con i versi di Cesare Pavese: «L’unica gioia al mondo / è cominciare ./ È bello vivere / perchè vivere / è cominciare, / sempre ad ogni istante».

Pavese era un autore che piaceva molto a mio padre e una delle ultime cose del 2012 che mi ha colpito è il “successo” su facebook di un mio messaggio in cui citavo una frase di mio padre: “l’unica vera eredità che possiamo lasciare ai nostri figli sono i nostri amici”. Raramente in passato un mio post aveva ricevuto così tanti commenti e raccolto tanto entusiasmo. C’è sete di speranza, di incoraggiamento, di figure di riferimento, di tradizione nel senso di “consegna”, di spinta tra le generazioni, di generatività… una sete che chiede acqua sempre nuova, fresca, zampillante. Forse aveva ragione mio padre, provo a interpretarlo: tutte le altre eredità, sono eredità “giacenti”, ma gli amici sono persone umane, gli esseri meno prevedibili di tutto l’universo e questa presenza attorno a noi ci spinge a mettere in gioco tutti i talenti che abbiamo ricevuto, compresi gli amici stessi dei nostri genitori. Con questo pensiero, pieno di gratitudine, vorrei decidermi ad affrontare questo 2013, con la gioia di ricominciare. Buon anno a tutti!